La forma incerta dei sogni (212/365)

Mi chiedo se  avrò il coraggio di dirglielo. Se troverò le parole. Se saprò confessare di essere stata nella terra di Babbo Natale e di aver trovato la casa deserta, finestre chiuse, niente renne, niente Babbo. Forse parlerò piano e, se non mi sentiranno, tanto meglio. Io avrò detto la verità.
Non esistono gli eroi, papà. Mi dispiace.
Ma solo persone meravigl, irascibili e distanti, poi fin troppo vicine, che sanno toccarti il cuore raccontando una storia luminosa e a tratti oscura, sincera e a tratti distorta, che spiega come si resta vivi.

Inauguro questa settimana di inizio scuola, inizio dieta e, soprattutto, inizio di “vita” reale post lavoro (perchè i mesi precedenti, con la scusa dell’estate, mi è sembrata una vacanza lunga) con un libro che mi ha incuriosito dal titolo e la cui trama è riuscita in qualche modo a convincermi definitivamente ad acquistarlo.

E poi di sogni, ultimamente, ne ho un bel po’ da realizzare.
Vorrei provare a dare loro una forma più definita.
E voi ne avete, di sogni?

La forma incerta dei sogni, Leonora Sartori

eo ha sette anni e tanti piccoli desideri: leggere “Topolino”, ascoltare la canzone de “La storia infinita” e avere dei genitori come quelli dei suoi compagni di classe, che sgridano, danno castighi, guardano la partita o spettegolano al telefono con le amiche. Ma la sua famiglia è diversa: la domenica si scende tutti in piazza a manifestare contro la guerra, qualche volta si rimane dai nonni perché papà e mamma sono in giro per l’Italia con una mostra itinerante sui prigionieri politici; e poi ci sono quei maledetti adesivi che ritraggono sei uomini di spalle e che lei ritrova appiccicati ovunque, anche in camera sua. Quelle sagome ossessioneranno la sua infanzia, fino a quando, a vent’anni, Leo deciderà di capire chi erano veramente quelle persone, i sei di Sharpeville, e volerà in Sudafrica. Qui avrà la possibilità di conoscerli di persona: cinque uomini e una donna, accusati ingiustamente di omicidio dopo aver partecipato a una manifestazione in cui un console aveva perso la vita. Grazie a quell’incontro Leo farà una grande scoperta: gli eroi raccontati da suo padre non esistono, ci sono solo persone che fanno delle scelte e che sanno essere coraggiose, persone che se potessero tornare indietro forse quel giorno sarebbero rimaste a casa. Non ci saranno verità universali con cui tornare dai suoi, solo una storia dolorosa di soprusi e violenze nel Sudafrica dell’apartheid.

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2 pensieri su “La forma incerta dei sogni (212/365)

  1. Sogni?
    Avrei bisogno di una cassettiera da tipografo solo per quelli, da quanti ne ho nei cassetti dell’anima…
    A proposito di sogni: hai dato un’occhiata da me? e fai conto che una parola ha già dato i suoi frutti… 😉

    Bacetto e grazie per quello che sai… 🙂

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